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I ricordi della lunga Odissea vissuta dall'autore, durante la guerra d'Africa e nel periodo della prigionia in India hanno scavato profondamente il suo animo e lo hanno portato alla realizzazione di un diario autobiografico, in cui le vicende e le sofferenze patite si intrecciano a pennellate di paesaggi inviolati, unici e di rara bellezza. La sua voce risuona partecipe e poetica, attraverso i suoi occhi attraversiamo confini e giornate interminabili, osserviamo il grande pubblico dei bambini, i mutamenti dei paesaggi, in balia del mare o in cammino nel cuore della foresta. "Era triste guardarsi attorno, perché troppo dura era la voce della realtà. Essa ci rendeva simili ad un enorme gregge che, docile e stanco, a stento saliva la china di un ignoto destino".